Il drone: lo sguardo tecnologico che trasforma la percezione del paesaggio

Ebbene si’…anch’io da oggi ho iniziato a usare  il drone; perchè’? perchè’ questo gingillo volante  mi permette di vedere il mondo con occhi nuovi. Ogni volo è un’occasione per scoprire prospettive diverse, raccontare storie visive e cogliere dettagli che da terra sfuggirebbero completamente. Non si tratta più solo di curiosità, ma di una vera e propria esigenza creativa e narrativa: il drone è diventato parte integrante del mio modo di osservare e interpretare il paesaggio.

L’ho scelto per il desiderio di mostrare luoghi familiari sotto una luce inedita. Colline, campi, borghi, spiagge, monti  e boschi che ho sempre vissuto da vicino assumono un aspetto completamente diverso quando li guardo dall’alto. Le geometrie dei vigneti, la sinuosità delle strade, la disposizione armonica delle case: tutto acquista un senso più ampio. Il drone non si limita a registrare, ma disegna il paesaggio con nuove linee e volumi.

Uso il drone perché è uno strumento potente per raccontare la bellezza in modo silenzioso ed essenziale. Non c’è bisogno di parole, né di effetti speciali. Basta un’inquadratura giusta, una luce calda e un movimento fluido per trasmettere emozioni autentiche. È un linguaggio visivo che arriva diretto, che colpisce, che lascia spazio all’immaginazione.

Oggi, sempre di più, sento la responsabilità di valorizzare il territorio attraverso immagini che ne rispettino l’identità. Il drone mi consente di documentare con rispetto e sensibilità ambienti naturali e spazi rurali, di raccontare anche l’equilibrio tra l’opera dell’uomo e la natura. Non volo per invadere, ma per ascoltare dall’alto, per osservare con distanza e delicatezza.

C’è anche un aspetto personale: volare con il drone è diventato per me un momento di concentrazione e libertà. È il mio modo per staccare dalla velocità della quotidianità, per rallentare e guardare le cose da un’altra prospettiva, letteralmente. Il silenzio del cielo, il movimento leggero del drone, il paesaggio che si apre sotto di me: è quasi una forma di meditazione visiva.

Infine, ho iniziato ad usarlo perché mi stimola a sperimentare. Ogni volo è diverso, ogni inquadratura una sfida. Cerco angoli nuovi, giochi di luce, simmetrie nascoste. E ogni volta, scopro qualcosa che non avevo notato prima.

Oggi il drone non è più solo uno strumento: è diventato un’estensione del mio sguardo.

Ho iniziato con un paio di video che ti invio a guardare

https://www.mircocarriglio.com/coste-di-maser-e-le-colline-asolane/

https://www.mircocarriglio.com/la-laguna-di-venezia/

Buona visione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *